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La Balbuzie

Cos’e’?

La balbuzie è un disturbo della comunicazione che insorge in età prescolare spesso in modo improvviso e, se non trattato, può cronicizzare e permanere anche nell’età adulta. La persona che balbetta ha in mente con precisione ciò che vuole dire ma non è in grado di esprimere fluentemente nello stesso momento il proprio pensiero, a causa del presentarsi di involontarie “disfluenze” (interruzioni nel normale fluire dell’eloquio) che producono nell’ascoltatore una sensazione di interruzione del ritmo della conversazione.

QUANDO COMPARE SOLITAMENTE?

La balbuzie tipicamente si manifesta per la prima volta nell’infanzia; se nel secolo scorso l’età media di insorgenza veniva stabilita attorno ai 42 mesi (Yairi, 1997), studi più recenti anticipano l’esordio attorno ai 33 mesi: il 68% dei casi entro i 3 anni di età periodo altamente critico per le abilità linguistiche, cognitive e motorie del bambino, poiché sono interessate da un rapido processo di maturazione e sviluppo. Meno del 5% dei bambini incomincia a balbettare dopo il 5° anno d’età e dopo i 12 anni si assiste poi ad una scomparsa virtuale di nuovi casi di balbuzie evolutiva (Yairi e Ambrose, 2005; 2013). La metà circa dei bambini che inizia a balbettare presenta un’insorgenza rapida (2-3 giorni) il 37% invece un’insorgenza improvvisa (un giorno) e solo il 13% insorgenza graduale.

QUANTE PERSONE SOFFRONO DI BALBUZIE?

Oltre 68 milioni di persone nel mondo balbettano. Nell’arco della vita il 5% delle persone hanno avuto esperienze di balbuzie e circa l’1% ha mantenuto nel tempo il disturbo.

BALBETTANO PIU I MASCHI O LE FEMMINE?

I maschi sono più predisposti verso questo disturbo. In età prescolare il rapporto è di 2 maschi vs 1 femmina. Ma in età adolescenziale il divario cresce e si arriva ad un rapporto di 5,5 maschi vs 1 femmina (Yairi e Ambrose; 2005; Bloodstein et.al; 2008)

LA BALBUZIE SE NE VA DA SOLA SE COMPARE QUANDO IL BAMBINO E’ PICCOLO?

I due terzi dei bambini che hanno iniziato a balbettare va incontro ad una remissione spontanea con un picco (80%) in età prescolare. Tuttavia è estremamente importante valutare fin dal momento dell’insorgenza i Fattori di Rischio Cronicizzazione: la probabilità cioè che quel bambino non balbetti più verso una possibile cronicizzazione del disturbo.

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELLA BALBUZIE?

La persona che balbetta si distingue dal parlante normofluente per la presenza di disfluenze cioè da involontarie perdite di controllo sugli articolatori (ad esempio si può notare un’eccessiva tensione muscolare). Tuttavia non tutte le disfluenze sono indici di balbuzie poiché tutti quanti infatti siamo disfluenti ma non tutti siamo persone che balbettano! Le disfluenze Tipiche della balbuzie sono: i Blocchi (i suoni o le parole restano come bloccati nella bocca e si può notare elevata tensione e sforzo muscolare) Prolungamenti di un suono (es: mmmmmare) le Ripetizioni di un Suono ad inizio parola senza tensione (es:m-m-mare). Le ripetizioni di sillaba se non superiori a 2 unità (ma-ma mare) e di parole (mare mare) sono invece da considerarsi disfluenze che tutte le persone producono e quindi non meritevoli di attenzione. Un’altra caratteristica principale della balbuzie sono i Comportamenti Secondari cioè dei movimenti come chiudere gli occhi, muovere la testa, battere il piede, schiarirsi la gola.. che colui che balbetta fa volontariamente per aiutarsi a superare o evitare l’episodio di balbuzie.

Tuttavia per descrivere la balbuzie non ci si può fermare solo alla sintomatologia manifesta (quello che le nostre orecchie sentono) ma dobbiamo necessariamente prestare attenzione al vissuto della persona che balbetta quei sentimenti cioè di apprensione ed ansia verso la comunicazione; la paura di non riuscire ad esprimere il proprio pensiero e per questo di esser giudicato negativamente dall’interlocutore. Chi balbetta al fine di evitare queste conseguenze negative mette in atto comportamenti di delega e rinunce comunicative (ad esempio far parlare gli altri al posto suo o addurre scuse per non intervenire in classe o a lavoro).

QUALI SONO LE CAUSE?

La balbuzie è uno dei più complessi disturbi del linguaggio e va inquadrato secondo una prospettiva multidimensionale. La balbuzie cioè non è un fenomeno unico ma bensì determinato a diversi livelli da fattori Genetici (il 70% dei bambini che balbetta ha almeno un parente che soffre dello stesso disturbo) Neurofisiologici (le ricerche sul funzionamento cerebrale evidenziano un processamento motorio dei movimenti articolatori instabile) Linguistici (sviluppo linguistico spesso in ritardo con la presenza di difficoltà a livello fonologico) Scatenanti (richieste linguistiche eccessive da parte dell’ambiente o elevata reattività emozionale). Tutte queste concause possono giocare un ruolo importante nella balbuzie e può risultare estremamente difficile determinare a priori quale di queste sia quella prevalente.

LA BALBUZIE SI MANIFESTA SEMPRE IN MODO COSTANTE?

La variabilità è una costante della balbuzie, la maggior parte delle persone che balbettano è fluente sul gran parte delle parole e la gravità varia da persona a persona e, all'interno della stessa persona, da situazione a situazione. Un bambino può avere una buona fluenza verbale in una determinata situazione ed incontrare notevoli difficoltà in altre situazioni.

QUANDO PREOCCUPARSI?

E’ meglio intervenire se il bambino, dopo sei mesi dall’insorgenza, continua a presentare disfluenze (interruzioni nella normale scorrevolezza dell’eloquio): indicativamente 10 disfluenze ogni 100 parole, con tensione, sforzo e manifesta anche consapevolezza/ disagio verso il disturbo.

PRIMA SI INTERVIENE MEGLIO È ?

La ricerca ha stabilito che la prognosi è tanto migliore quanto è minore l'intervallo temporale che separa l'insorgenza della balbuzie dal primo intervento terapeutico (che con particolari modalità può essere eseguito anche in età molto precoce, dai 3 anni in poi). Ad aspettare troppo si rischia che la balbuzie si consolidi.

 

 

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